L'archivio conserva le carte storiche del comune di Castel Del Rio (1585-1965).
Fondi aggregati: Giudice Conciliatore (1798-1913), Ospedale di Sant'Antonio (1703-1824).
Altri fondi di interesse locale: Presso l'Archivio di Stato di Bologna si conservano: Amministrazione del Dipartimento del Lamone, Castel Del Rio (1797-1798). Compagnie religiose: Rosario (1776-1799); SS. Sacramento (1776-1799). In località Giugnola: SS. Sacramento (1780-1801). In località Monte Fune: Beata Vergine del Carmine (1749-1799). In località San Miniato: SS. Sacramento (1785-1800). In località Valsalva: S. Antonio (1733-1799).
L'archivio ha subito danni nel corso della seconda guerra mondiale.
Agli inizi del XIII secolo, Castel del Rio, con l'antica denominazione di Massa S. Ambrosii, "passò dalla Signoria dei Vescovi e Canonici di Imola nelle mani degli Alidosi che, con alterne vicende, vi dominarono per oltre quattrocento anni (...). Furono gli Alidosi a porre mano alla ristrutturazione del paese quando, a metà strada fra l'attuale centro urbano e l'antico insediamento della Massa di Sant'Ambrogio, costruirono nel XII secolo il loro primo castello, che, dal "Rio del Monte" che vi scorreva ai piedi, derivò il toponimo di Castel del Rio (...). Per la particolare collocazione del territorio ai confini fra Stato Pontificio e Granducato di Toscana, gli Alidosi ebbero buon gioco nel praticare una politica disinvolta e spregiudicata. Dopo un'aspra disputa giuridica, portata avanti per due anni (1636-1638), la Santa Sede privò Mariano degli Alidosi del Feudo di Castel del Rio che passò a far parte dei beni della Camera Apostolica. " (Cfr. Dal Santerno al Panaro. Bologna e i Comuni della Provincia nella S
toria, nell'Arte e nella Tradizione, a c. di Cesare Bianchi, Bologna, Proposta Editrice, 1987, vol. III, pp. 17-18).
Questo assetto amministrativo mutò, naturalmente, con la soppressione dei feudi e le conseguenti operazioni di riordino amministrativo proprie dell'epoca napoleonica.
Nel 1805, nell'ambito dell'opera di riorganizzazione amministrativa portata avanti dal Governo del Napoleonico Regno d'Italia, Castel del Rio (con l'antico suo territorio, unito a Belvedere, Cantagallo, Paventa, Valmaggiore e Valsalva) entrò a far parte del III Cantone del Distretto di Imola, denominato Fontana (facente capo, naturalmente, al Dipartimento del Reno).
Nel 1810, il Comune, pur mantenendosi come prima nell'ambito del Distretto di Fontana, muta notevolmente i propri confini amministrativi: aggrega intorno a sé, infatti, non soltanto l'antico suo territorio e Belvedere, ma anche le località di Monte Morosino con Pieve di Gesso e Codronico; Sasso Leone con Bastia e Sassadello.
Con la restaurazione del dominio pontificio, Castel del Rio diviene sede di Podesteria, soggetta al Governo di Imola, all'interno della Legazione di Ravenna. Il suo territorio comprende, in questo periodo, le località di Belvedere, Cantagallo, Co di Ronco, Giugnola, Montefune, Osta, Paventa, S. Andrea, S. Miniato, Valmaggiore in parte, Valsalva.
Fino al 1884, il Comune ha fatto parte della Provincia di Ravenna ed è quindi passato sotto quella di Bologna con la legge 3 giugno1884 n. 2328. Attuali centri: Giugnola, Moraduccio
Strumenti di corredo: Guida generale (1983); inventario analitico ma parziale (1987).
Modalità di consultazione: Richiesta di consultazione tramite compilazione di apposito modulo.
Sala di consultazione: La consultazione si svolge nei locali in cui è sistemato l'archivio.
Bibliografia: