Con la Legge regionale di revisione dell'organizzazione turistica, L. R. 4/2016, si è superata l'ottica della valorizzazione del singolo prodotto turistico a favore di un modello che vede invece protagonista il territorio e la valorizzazione turistica delle sue specificità. La legge 4/2016 prevede una posizione nettamente differenziata della Città metropolitana di Bologna e sulla base di tale presupposto è stato individuato il Territorio metropolitano come nuova Area vasta a finalità turistica, e la nuova Destinazione turistica Bologna metropolitana offre la possibilità di riequilibrare i flussi turistici verso le aree del territorio che negli ultimi anni hanno registrato cali consistenti, e potenziali criticità riconducibili, e in primo luogo ai territori collinari e montani. Tutto ciò attraverso una programmazione unitaria, che individua nel turismo sostenibile un vettore per lo sviluppo economico e sociale del territorio e nella redistribuzione dei flussi dalla Città ai territori la strada per garantire una crescita turistica compatibile. Attraverso un confronto partecipato, infatti, si sono definite le linee strategiche pluriennali su cui opererà la Destinazione turistica Bologna metropolitana, in un quadro di obiettivi volti a valorizzare un paesaggio naturale e culturale autentico e originale, all’interno del quale vive e si alimenta un’identità urbana unica.
In questo ambito il territorio dell’Appennino è caratterizzato da una grande differenziazione di risorse ed opportunità, che fanno leva sulla presenza di: aree protette, stazione di turismo invernale del Corno alle Scale, opportunità per attività sportive, siti termali, borghi storici, architetture rurali e beni culturali di grande interesse, musei tematici ed ecomusei del territorio oltre ad un notevole bagaglio di cultura immateriale, itinerari storici e turistico-escursionistici.
Emerge l’ulteriore l’esigenza di integrare le risorse dell’offerta, differenziandola in funzione delle caratteristiche di ogni territorio oltre che di riqualificare ed attualizzare conoscenze e competenze degli operatori, per renderli maggiormente flessibili ed orientati a cogliere le grandi opportunità offerte dal sistema montano, anche in considerazione del fatto che il sistema turistico rappresenta una componente particolarmente importante nel trattenere la popolazione residente, contrastare i fattori che spingono all’esodo ed in generale costituisce uno stimolo al potenziamento di attività esistenti o all’attrazione di nuove attività.
La filosofia di base che aveva già ispirato nel 2015 la sottoscrizione del Protocollo di Intesa per la promozione congiunta dell'Appennino bolognese come destinazione turistica era che occorreva fare un salto di qualità in tutta l’offerta della filiera turistica - dalla qualità delle strutture, a quella dei luoghi pubblici, all’enogastronomia con la capacità di utilizzare, ad esempio, i prodotti del territorio a carattere stagionale, alla qualità dell’accoglienza - e che per fare questo salto di qualità era necessario innanzitutto lavorare insieme, fare sistema, valorizzare e promuovere le principali eccellenze, mettere insieme le risorse e riconoscere il ruolo di ciascuna realtà, però dentro, appunto, ad un complesso di carattere unitario.
Il bilancio del lavoro nei due anni dalla costituzione del Tavolo dell’Appennino, previsto dal Protocollo, ha messo in evidenza la capacità nell’elaborazione di progetti e nell’innovazione e riqualificazione dell’offerta turistica che trova un riscontro, anche se in maniera diversificata sui diversi territori, negli incrementi di presenze turistiche. A titolo di esempio i dati della crescita di turisti nei comuni dell’Unione Appennino bolognese nel 2016 ha visto un incremento del 46 % rispetto all’anno precedente, dato questo aggregato ma che evidenzia che possono esserci anche margini di miglioramento ulteriore per alcuni settori dell’offerta.
In quest’ottica si pone la necessità creare sinergie e fare squadra con tutti i soggetti che operano nel territorio collinare e montano metropolitano e tra questi, in primo luogo, il GAL dell’Appennino bolognese, la società mista pubblico-privata operante nella gestione dei fondi comunitari, allo scopo di valorizzare la montagna e collina bolognese e imolese dal punto di vista turistico e delle produzioni agricole di qualità. Il GAL Appennino bolognese che ha infatti individuato come Strategie del suo Piano di Azione 2014-2020 proprio lo turismo sostenibile e la valorizzazione delle filiere agroalimentari legate ai prodotti tipici. Tale Piano di Azione ha una dotazione finanziaria pubblica di € 9.351.317,99 per investimenti complessivi pari a € 15.385.446,75, finalizzati a migliorare la vita nei piccoli centri e a sostenere i progetti delle piccole e medie imprese locali, delle startup e la valorizzazione delle risorse territoriali.