Il Comitato internazionale Unesco, riunito in questi giorni a Riyad, ha riconosciuto i Gessi e le grotte dell'Appennino emiliano-romagnolo patrimonio mondiale dell'Umanità.
“Un altro prestigioso riconoscimento che rafforza l’identità del territorio bolognese. Dopo i portici, con i calanchi e i Gessi si rafforza l’identità dell’intero territorio metropolitano. I calanchi sono sempre stati una curiosità per chi visita Bologna, e ora con questo riconoscimento diventano un’eccellenza da esibire ancor più con orgoglio” ha commentato il sindaco metropolitano Matteo Lepore.
I luoghi del Carsismo e delle Grotte nelle Evaporiti dell’Appennino, si aggiungono ai riconoscimenti Unesco che Bologna e la città metropolitana hanno ricevuto fino ad ora. Nel 2021 dei 62 km totali di Portici bolognesi (fra centro e periferia), 12 sono oggi Patrimonio Unesco: via Santa Caterina con le sue case colorate, Piazza Santo Stefano, il complesso del Barracano, via Galliera, il portico del Pavaglione e Piazza Maggiore, via Zamboni nel quartiere dell'Università più antica del mondo occidentale, il portico della Certosa, il Portico di San Luca, Piazza Cavour e Farini con i soffitti decorati, i portici di Strada Maggiore, quelli del Mambo (Museo di Arte Moderna di Bologna) e nel quartiere Barca, i portici dell'edificio chiamato il Treno.
Nel 2005 - Monumento di Pace Unesco: l’Abbazia di Santa Cecilia alla Croara. In un’atmosfera mistica, l’Abbazia della Croara, dedicata a Santa Cecilia, si trova appena fuori Bologna, sulle colline di San Lazzaro di Savena. Era parte di un antico convento.
Nel 2006 - Bologna Città Creative della Musica. Tra il XVII e XIX secolo, Bologna fu meta dei maggiori musicisti Mozart, Liszt, Farinelli, Rossini e Donizetti. Oggi è culla di tanti artisti e ospita luoghi prestigiosi dedicati alla musica.
Nel 2010 - La Chiusa di Casalecchio di Reno. L'Unesco l’ha dichiarata "Patrimonio messaggero di una cultura di pace a favore dei giovani". La Chiusa è un'opera medievale idraulica. E’ nel punto, dove il fiume Reno abbandona il suo percorso naturale per entrare, forzata, in pianura.