Le donne bolognesi sono di più, vivono più a lungo e hanno un grado d’istruzione maggiore rispetto agli uomini, ma guadagnano meno di loro e sono meno presenti nel mercato del lavoro. A scattare la fotografia della condizione delle donne bolognesi è l’Ufficio di statistica della Città metropolitana di Bologna, in occasione dell’8 marzo, Giornata internazionale della Donna.
Nel contesto demografico le donne rappresentano il 51,6% della popolazione metropolitana totale. Il dato sale se si considerano le persone over 80: le donne sono quasi il 62%. Questo è confermato anche dal dato dell’aspettativa di vita sul territorio bolognese, che per le donne è di 85,3 anni mentre per gli uomini si ferma a 81.
Le donne hanno un grado di istruzione più alto. Se si considera l’intera popolazione metropolitana, hanno conseguito una laurea o un dottorato il 22,3% delle donne, contro il 18,8% degli uomini. Ma il dato sale al 40,9%, se si considerano solo le donne tra i 25 e i 49 anni, attestandosi invece per gli uomini al 29,7%.
Questo dato può essere spiegato anche dall’indice di passaggio dalle scuole superiori all’università, decisamente più alto per le donne (61,4%) rispetto agli uomini (51,8%). Inoltre, solo il 23,1% delle donne ha una competenza alfabetica non adeguata, contro il 34,6% degli uomini.
Per quanto riguarda le retribuzioni da lavoro pagato, la media annua percepita dalle lavoratrici dipendenti dell’area metropolitana bolognese è inferiore di 8.930 euro rispetto a quella dei colleghi uomini. Il tasso di occupazione femminile è del 66,2% contro il 76,9% degli uomini, ma maggiore rispetto al dato italiano che si ferma al 49%. Il tasso di disoccupazione femminile è del 4,8%, contro quello maschile che si ferma al 3,9%, inferiore comunque al dato nazionale che si attesta al 10,2%.
Dall’indagine sulla qualità della vita nel 2021 svolta dagli Uffici di Statistica del Comune e della Città metropolitana di Bologna emerge inoltre che le giovani dai 18 ai 34 anni che dichiarano di arrivare a fine mese con difficoltà sono il 28% (+1% rispetto a quanto dichiarano gli uomini), dato che aumenta al 32% se si considera il solo comune capoluogo (+14% rispetto agli uomini). Le giovani che vedono la propria situazione economica peggiorata rispetto allo scorso anno sono il 25% (+8% rispetto agli uomini), dato in linea con quello del comune capoluogo dove sono il 26% (+9% rispetto agli uomini). Le imprese femminili attive sul territorio metropolitano sono il 21,3%.
Le donne dell’area metropolitana sono abbastanza soddisfatte del proprio lavoro (83%), così come lo sono gli uomini. Differenze invece emergono se si considera solo il comune capoluogo dove è soddisfatto il 77% delle donne contro l’84% degli uomini. Una buona percentuale (72%) di donne dell’area metropolitana è soddisfatta del proprio stipendio (gli uomini sono al 77%), mentre nel comune capoluogo sono solo il 62% (75% gli uomini).
“L’immagine è chiara: le bolognesi sono più preparate ma guadagnano di meno. Vivono più a lungo ma sono meno soddisfatte per retribuzione e qualità della vita. Anche un territorio virtuoso come è quello di Bologna presenta le granitiche disparità nel mondo del lavoro pagato. Avere i figli, aiutare i genitori, occuparsi della cura di casa e famiglia, sono ancora questioni prevalentemente se non esclusivamente, sulle spalle delle donne e impediscono alle stesse di entrare e soprattutto di rimanere dignitosamente nel mercato del lavoro – commenta Simona Lembi, responsabile del Piano per l'Uguaglianza della Città metropolitana di Bologna – Anche per questo scriviamo insieme un Piano per l’Uguaglianza rivolgendo un appello, proprio in occasione dell’8 marzo, a tutti coloro che hanno a cuore il contrasto delle disuguaglianze”.