L’Unione dei comuni dell’Appennino bolognese avvia il progetto “Centro famiglie Appennino bolognese” per fornire informazioni, orientamento e ascolto, sviluppare riflessioni e ricerca sulla società con e dopo il COVID-19, tra scuola, lavoro, abitare e salute. Il tutto, ovviamente, visto con il punto di vista delle famiglie. Sarà da subito attivo un indirizzo e-mail, centroperlefamiglie@unioneappennino.bo.it e un numero di telefono: 338 3660763 attivo il lunedì e il mercoledì dalle 10 alle 12.
L’obiettivo è introdurre forme di sostegno concreto per non lasciare nessuno da solo, nel far fronte a questa emergenza, sperimentando nuove modalità e nuove tecnologie con cui i servizi educativi, sociali e sociosanitari devono misurarsi in questo periodo per poter fornire lo stesso il proprio fondamentale contributo.
L’idea di avviare questo servizio in via sperimentale risale al 2019, quando la Regione Emilia-Romagna ha deciso di finanziare il progetto per favorire l’informazione, il sostegno alle competenze genitoriali e lo sviluppo delle risorse familiari e comunitarie. Il proposito era quella di un servizio diffuso a sostegno della genitorialità con una sede principale ospitata nella Casa della cultura e della memoria di Marzabotto e tanti punti di erogazione per favorire la vicinanza con i cittadini, riproponendo esperienza già attuate positivamente come lo spazio genitori e bimbi, presso gli asili nido: ma ovviamente la pandemia il corso ha portato a un ripensamento provvisorio della struttura delle attività.
«ll Comune di Marzabotto ha deciso subito di aderire a questo progetto mettendo a disposizione gli spazi presso la Casa della cultura, che saranno pronti non appena potremo tornare a riunirci in serenità» commenta la sindaca di Marzabotto Valentina Cuppi «perché crediamo molto nelle politiche a sostegno della famiglia. È però evidente che servono risposte immediate perché la reclusione forzata e le incertezze sull’avvenire stanno mettendo a dura prova l'equilibrio familiare, la relazione con i figli e la relazione di coppia. Questo progetto nasceva con altre ambizioni ma si rivela prezioso, in un momento in cui molte famiglie si sentono un po’ sole durante questa emergenza».
Se rimane infatti la volontà di mappare e mettere a sistema i servizi che già ci sono, riempiendo eventuali lacune, il cambio di scenario ha posto le famiglie di fronte a sfide che un anno fa era difficile anche solo immaginare ed è su questi temi che sarà posta maggiore attenzione.
Attraverso il telefono e la posta elettronica verrà data la possibilità di parlare con qualcuno che sappia dare orientamento nell’insieme frammentato ed in costante aggiornamento dei servizi di welfare per le famiglie, senza dimenticare che anche essere in casa, con chi forse già non si andava d'accordo, può essere molto difficile. Non solo: sono previsti anche gruppi di ascolto tramite videoconferenza ai quali parteciperanno funzionari dell’Unione, educatori e pedagogisti.
Saranno inoltre previsti spazi di ascolto e consulenza, sempre tramite telefono, e-mail e videoconferenza, su materie quali il councelling genitoriale, la mediazione familiare, la consulenza legale, la consulenza psicologica, la consulenza in gravidanza, nel post parto e durante l'allattamento.
Fonte: Ufficio stampa Unione Comuni Appennino Bolognese
e-mail: ufficiostampa@unioneappennino.bo.it