È scomparso domenica 15 novembre e ci ha lasciato un amico gentile, un faro, una guida, un esempio.
Nato a Bologna nel 1937, avvocato, appassionato di archeologia e dello studio della storia romana, ha rivolto i suoi interessi soprattutto all’approfondimento degli aspetti della viabilità romana, sia dal punto di vista della tecnica di costruzione, che degli itinerari sul territorio italiano.
Il 25 agosto 1979, Cesare Agostini e Franco Santi, originari di Castel dell'Alpi, piccone e badile alla mano scoprono sotto mezzo metro di terra una strada lastricata: laFlaminia militare. Due anni prima Agostini e Santi avevano trovato una moneta romana in una cava di arenaria dell'Appennino Bolognese.
“Dall’inizio della nostra avventura sono passati quaranta anni, ma ancor oggi l’emozione mi fa venire un nodo alla gola – ha testimoniato recentemente Agostini -. La storia, bellissima, comincia quando Santi trova una moneta romana nella fessura di una pietra di arenaria in un sentiero. Lì i nostri avi tramandavano che esistesse una strada romana, rimasta nascosta per oltre duemila anni. E' bastato per impugnare badile e piccone e, in quel lontano 1977, metterci al lavoro, seguendo indicazioni di fonti storiche e mettendole a confronto con l’orografia, per verificare se andavamo nella direzione tracciata dal console Caio Flaminio nel 187 a.C.".
Grazie all’impegno dei due amici è tornata alla luce questa strada, semi scomparsa nei secoli, costruita sui crinali dell’Appennino dai legionari romani del Console Caio Flaminio per collegare le città di Bologna e Arezzo, percorso che oggi arricchisce un pezzo della “Via degli dei” uno dei trekking più battuti d’Italia.
I decenni di studi, scavi, rilevazioni topografiche, fotografiche e rinvenimenti archeologici sono oggi raccolti in tre volumi: “La strada Flaminia Militare”, “La strada Bologna-Fiesole del II secolo a.C.”, “La strada Flaminia Militare del 187 a. C.”
È stato anche realizzato un video, La Flaminia Militare del 187 a.C., alla scoperta della strada romana tra Bologna, Fiesole e Arezzo.
In ricordo del caro Cesare che si è prodigato tutta la vita nella ricerca delle nostre radici accompagnerà per sempre noi e la nostra intera comunità. Grazie Cesare.
Fonte: Ufficio comunicazione Comune di San Benedetto Val di Sambro
e-mail: daniela.farini@comune.sanbenedettovaldisambro.bo.it