Negli ultimi anni si è registrato un costante
aumento di fauna selvatica nel territorio provinciale (soprattutto in montagna), in particolare di ungulati: cinghiali, cervi, daini, caprioli. La situazione ha generato molteplici problematiche legate all'impatto che si determina tra le popolazioni di questi selvatici e le attività umane che sul territorio si svolgono.
L'assessore provinciale alla Pianificazione faunistica ha presentato, mercoledì 30 luglio a palazzo Malvezzi, le
azioni messe in atto dall'Ente per la gestione della fauna, il controllo degli ungulati, l'attuazione dei piani di prelievo e l'andamento delle pratiche di risarcimento dei danni agli agricoltori.
La strategia che ha caratterizzato le politiche dell'Amministrazione provinciale di questi
ultimi 5 anni è stata la corretta gestione faunistico-venatoria degli ungulati che ha come obiettivo il raggiungimento di
densità ottimali delle popolazioni sul territorio, per limitarne gli effetti negativi nei confronti delle produzioni agricole, attraverso la corretta e puntuale esecuzione dei piani di prelievo elaborati d'intesa con l'IRPA (ex INFS). Inoltre, per contenere numericamente alcune delle principali specie che creano danni all'agricoltura, la Provincia si è attivata con l'adozione di vari
Piani di controllo finalizzati alla riduzione locale della presenza di animali selvatici nelle zone suscettibili di danneggiamento.
L'Ente ha commissionato un
censimento degli esemplari e ha definito delle densità obiettivo per chilometro quadrato, con fasce dove gli animali non devono essere presenti, per esempio in pianura. Su questa base sono stati previsti i 'prelievi', che in alcuni casi riducono la popolazione di un terzo. I
caprioli da abbattere saranno 4800, i
cervi 326 (erano la metà in precedenza). Per la prima volta è prevista anche la cattura e il trasferimento in altre zone dell'
istrice, animale che si nutre di tuberi e attacca le coltivazioni di patate (33 mila euro i danni concordati con l'Ente nel 2007, nel 2006 erano stati 1.600). Ma sono i
cinghiali gli animali più 'cari', in termini economici: la Provincia ha accordato risarcimenti per 270 mila euro tra il 2003 e il 2007. Un danno anche per le casse pubbliche se si considera che nello stesso periodo il totale dei risarcimenti per tutti gli animali è stato di 1,5 milioni.
I rimborsi
Il territorio è diviso in aree di competenza della Provincia, in aree in gestione a privati (per la caccia o l'addestramento), e aree degli Atc (Ambiti territoriali di caccia), che rappresentano la maggioranza del territorio. La Provincia risarcisce il 57% dei danni subiti in aree di sua competenza e quelli causati da animali non cacciabili perché protetti. Nelle aree che esulano dalla competenza dell'Ente i danni sono risarciti per intero. Ci sono inoltre 80 aree cosiddette di "ripopolazione e cattura" dalle quali si trae un profitto economico con la caccia e la vendita di selvaggina, mentre all'Ente va l'onere dei danni.
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