Il Piano della Mobilità Ciclistica (PMC), che si configura come una vera e propria variante al PTCP sul sistema della mobilità ciclistica, aggiorna e sviluppa quanto già contenuto negli indirizzi del PTCP,che riconosce tra le principali politiche da perseguire per migliorare e rendere sostenibile il sistema della mobilità provinciale, le azioni per favorire la mobilità non motorizzata ed in particolar modo la mobilità ciclistica.
Per rispondere ad una sempre più crescente domanda di mobilità ciclistica, e per poter contribuire a far sì che tale domanda aumenti ancora, la Provincia di Bologna si dota quindi di un “Piano della Mobilità Ciclistica Provinciale” con il quale definire un disegno che indirizzi e supporti nel futuro lo sviluppo dell’uso della bicicletta e della sua cultura nel territorio bolognese, cogliendo le potenzialità già presenti e mirando a svilupparlo in modo integrato ed efficiente.
I documenti preliminari del Piano della Mobilità Ciclistica provinciale (PMC) sono stati approvati dalla Giunta Provinciale il 4 Febbraio 2014, con delibera N.22 - I.P. 463/2014.
Il primo passo verso la costruzione del PMC è stato la ricostruzione del Quadro Conoscitivo nel quale si è proceduto ad approfondire le principali tematiche inerenti la mobilità ciclistica, a raccogliere ed aggiornare i dati preesistenti sulla rete ciclabile, esistente e pianificata, di ambito provinciale, anche attraverso il coinvolgimento dei Comuni per quanto di loro competenza. Ad integrazione di tale attività sono stati svolti numerosi sopralluoghi nel territorio provinciale, mirati alla ricognizione della rete. Durante tali sopralluoghi sono stati rilevati complessivamente oltre 500 Km di rete.
I rilievi mostrano che attualmente in Provincia esistono 680 Km di percorsi ciclabili (di cui 535 in provincia e 145 nel Comune di Bologna) mentre ne sono stati pianificati/progettati dalle Amministrazioni Comunali oltre 1.500 Km. Dei percorsi già realizzati il 42% è collocato su strade comunali, il 24% lungo argini dei fiumi ed il 12% su strade provinciali.
Se si guarda alla tipologia con cui sono state realizzate le piste ciclabili (secondo quanto individuato dal Decreto 557/99), si rileva che il 54% è costituito da percorsi pedonali/ciclabili promiscui, il 23% da piste ciclabili in sede propria a fini turistici, il 7% da piste ciclabili in corsia riservata.
Facendo un focus sul tema fondamentale dell’intermodalità con il treno emerge che il 73% dei treni sono abilitati al trasportano bici. Negli anni passati inoltre sono stati realizzati nelle stazioni del Servizio Ferroviario Metropolitano 2.500 posteggi bici (ancora spesso insufficienti), 25 sottopassi ciclabili e 38 piste di raccordo con il centro urbano.
Sul fronte della sicurezza va rilevato che negli ultimi 10 anni è aumentato il numero di incidenti che hanno coinvolto bici, +40% circa (475 incidenti con coinvolgimento di bici e 425 feriti nel 2011). Tale dato è in parte ascrivibile all’aumento dell’uso della bici ed in parte al fatto che gli interventi per migliorare la sicurezza stradale si sono concentrati soprattutto sulle autovetture.
Per quanto riguarda il cicloturismo, il parlamento europeo ha stimato che nel 2012 gli spostamenti per cicloturismo siano stati circa 3 milioni di viaggi con un impatto economico di circa 44 miliardi di euro. Per l’Italia l’organizzazione cicloturistica è ancora piuttosto limitata, ad eccezione del Trentino e parzialmente del Veneto, ma le stesse indagini stimano che il reddito aggiuntivo generato dalle tratte italiane di EuroVelo è di circa 2 miliardi di euro.
L’obiettivo del Piano è quindi aumentare il numero di ciclisti, ed in particolare:
Per quanto riguarda il cicloturismo il Piano propone:
Per quanto riguarda l’uso della bicicletta per gli spostamenti quotidiani dei cittadini il Piano propone: